I dati dell’indagine del Censis “Gli italiani a tavola”, mettono in rilievo una graduale trasformazione della tradizionale tavola italiana, saldamente ancorata ai valori della dieta mediterranea, ma più aperta a novità e influenze.
Da una parte aumenta il cosiddetto food social gap (divario sociale del cibo) tra le famiglie a basso reddito e quelle benestanti, con un problema più di natura economica che di abbandono culturale della dieta mediterranea.
Dall’altro i consumatori tendono a privilegiare piatti freschi, ingredienti di stagione e anche contaminazioni (a volte di moda) tra cucina italiana e ricette internazionali.
Cambiano i consumi tra tipologia e capacità di portafoglio dei clienti:
I consumatori di alta fascia sono sempre più scrupolosi e attenti al cibo sano e ai trend gastronomici di moda
La fascia di clientela mediana appare attenta agli sprechi e più parca nei consumi, ma che ricerca comunque ingredienti di qualità
Chi è attento soprattutto al prezzo privilegia consumi più disparati e spesso cibi preparati rispetto a quelli freschi, a seconda della fluttuazione dei prezzi e delle offerte
In ogni caso aumentano per tutti le possibilità combinatorie e la fantasia in cucina. Sia per il facile accesso a ricette nuove e programmi televisivi sempre più incentrati sul food, sia per l’ampiezza dell’offerta e la possibilità di trovare ingredienti anche inusuali o esotici e mixare diete tradizionali mediterranee, con incursioni in cucine e ricette estere o contaminazioni tra le due.